Nella cucina Giapponese la vista è il primo senso che entra in gioco a tavola. Ciò che viene pensato per essere gustato, viene pensato per essere gustato prima dagli occhi. Il piatto è una piccola opera d'arte che deve soddisfare regole precise di armonia e grazia, accostamenti di colori che non siano stridenti e di forme che siano complementari ed equilibrate. La disposizione di ogni singolo pezzo di sushi non è mai casuale ma attenta e regolare. Solo a questo punto è pronta per essere essere assaggiata, in piccole parti, poiché in questo gioco delle forme e dei tagli un ruolo fondamentale lo ricoprono le cosiddette "bacchette", hashi.
Gli alimenti devono essere, il più possibile, incontaminati: per questo motivo si tende a consumarli in parte crudi (pesce e verdure), mescolati tra loro il meno possibile, e serviti il più delle volte con salse a parte. Pesce e riso sono senz'altro i pilastri della cucina giapponese
Anche le verdure sono importantissime nella dieta giapponese, sia nella versione più nota ai palati occidentali, tempura (ovvero in pastella), sia crude o cucinate in altro modo.
Nonostante la diffusione del riso, esiste anche la pasta. Gli spaghetti orientali vengono comunemente chiamati noodle, e sono alla base di piatti notissimi, come ad esempio il ramen .
Il Sushi unisce i due cardini dell'alimentazione Giapponese, riso e pesce. Il riso utilizzato, la varieta japanica a chicco corto, è preparato con aceto, e prende il nome di sumeshi. Al riso vengono aggiunti filetti di pesce crudo, o gamberi, o uova di pesce. A seconda della forma e della preparazione il sushi ha nomi diversi. I blocchetti avvolti in alga nori, col pesce in genere al centro, si chiamano norisushi, mentre quelli modellati a mano, col pesce semplicemente appoggiato sopra il riso, hanno il nome di nigirisushi. Il sushi viene spesso consumato con wasabi, una pasta molto piccante, e shoyu, salsa di soia.
Il sashimi consiste invece in sottili fettine di pesce o crostacei, crudi. E nient'altro. La difficoltà di questo piatto consiste nell'abilità del taglio.
I noodle giapponesi sono di diverso tipo: i più noti prendono il nome di ramen. Si tratta di pasta di farina e uova, sottile, utilizzata nelle zuppe o con altri ingredienti. I soba sono realizzati con farina di grano e di grano saraceno, mentre gli udon, i più spessi, con farina e acqua.
Tempura è un nome di origine portoghese: i giapponesi infatti appresero questo metodo di cottura dai mercanti sbarcati nell'arcipelago nel 1500. Si tratta di una pastella di acqua e farina in cui si immergono verdure, ma anche pesci, crostacei e molluschi, per poi friggerli, mantenendoli leggeri e croccanti.
Dal riso deriva il sakè, la bevanda più importante in Giappone: ne esistono più di 50mila tipi.